667.Agency Web Agency agenzia di comunicazione digitale

Hashtag su LinkedIn: vale davvero la pena usarli? E se sì, qual è il modo più corretto? Ecco tutto quello d’importante che devi sapere su quest’argomento.

SOMMARIO

Hashtag su LinkedIn?

È molto probabile che tu già conosca l’uso degli hashtag, forse li usi su Instagram, su Twitter o su Facebook e magari perfino sullo stesso LinkedIn. Ma sai davvero usarli in modo strategico oppure stai commettendo gli errori che fanno la maggior parte delle persone quando usano gli hashtag?

LinkedIn è un social molto diverso dagli altri e non va pensato in modo tradizionale o semplicemente come diversivo simpatico per restare in contatto con gli amici. Molto spesso, su LinkedIn, gli hashtag sono usati in modo del tutto improprio e commettendo grossolani errori.

Se pensi di esserne immune, sappi che BlackBarry, qualche anno fa, a proposito di uso improprio di hashtag, ha commesso un errore davvero… imbarazzante! Anche di questo ti parlo in quest’articolo.

Dove e come usare gli hashtag su LinkedIn

Li puoi usare negli aggiornamenti (post) e negli articoli di linkedIn, ma attenzione: una volta pubblicato il tuo articolo, non puoi modificare, rimuovere o aggiungere gli hashtag che hai incluso.

Aggiungere hashtag ai post è semplice: in qualunque punto scrivi l’hashtag che desideri iniziando sempre con il cancelletto (#), ad esempio, se parlo di Lead Generation posso pensare di usare l’hashtag #LeadGeneration.

Puoi anche creare degli hashtag personalizzati ai quali le persone possono iscriversi gratuitamente in modo da essere notificati quando pubblichi qualcosa di nuovo con quegli hashtag.

Ad esempio, io utilizzo questi (clicca sull’hashtag per iscriverti gratis):

Approfondiremo più avanti.

Aggiungerli agli articoli è leggermente più complesso, ecco i 3 passaggi chiave:

  1. Dalla pagina iniziale, clicca su Scrivi un articolo, sotto il riquadro Aggiorna.
  2. Quando sei pronto per pubblicare la tua bozza di articolo, clicca su Pubblica nell’angolo in alto a destra. Comparirà una finestra.
  3. In Comunica alla rete il contenuto del tuo articolo, aggiungi un testo introduttivo, insieme ai relativi hashtag. Al momento della pubblicazione, apparirà come un commento sopra l’articolo.

Hashtag su LinkedIn: 15 consigli per usarli al meglio

Facciamo un po’ di chiarezza su cosa fare e non fare, soprattutto come sfruttarli al meglio per averne un beneficio tangibile. Infatti, quello che vedo spesso è un uso completamente sbagliato e del tutto inutile degli hashtag (e non solo su LinkedIn, ma praticamente ovunque!)

Consiglio #1: integrali bene nel testo 

LinkedIn non è Instagram, quindi NO a post con decine di hashtag e praticamente nessun testo. Gli hashtag non sono lì per sostituire un testo. Quindi scrivi sempre un buon testo introduttivo o che chiarisca il contenuto che stai condividendo, che sia solo un post, un’immagine o un video.

Per essere più efficaci, i post dovrebbero includere una call-to-action.

Puoi inserire gli hashtag dopo il testo, io molto spesso faccio proprio così lasciandomi anche aiutare da LinkedIn stesso che mi suggerisce quelli potenzialmente più appropriati per il post appena scritto, ecco un esempio:

Oppure li integri direttamente nel testo, ma…

ATTENZIONE A NON TAGGARE OGNI PAROLA!

Ti prego, evita di taggare parola per parola come se stessi mettendo in grassetto o in evidenza, un testo come questo non ha alcuna utilità né per te né per chi lo legge, è solo il sintomo di qualcuno che non ha alcuna idea di cosa sia un tag e a cosa serva!

ESEMPIO DA EVITARE: La #nostra Consulenza #Marketing #ti #aiuta a comunicare #meglio e a vendere di più i tuoi #prodotti e i #tuoi #servizi. Il nostro è un approccio completamente #diverso dal solito e #su #misura, per questo costruiamo #efficaci infrastrutture di #Lead #Generation [...]
ESEMPIO CORRETTO: La nostra Consulenza #Marketing ti aiuta a comunicare meglio e a vendere di più i tuoi prodotti e i tuoi servizi. Il nostro è un approccio completamente diverso dal solito e su misura, per questo costruiamo efficaci infrastrutture di #LeadGeneration [...]

A cosa serve un hashtag?

Colgo l’occasione per ricordare a cosa servono gli hashtag e cito Wikipedia:

Un hashtag è un tipo di tag utilizzato su alcuni servizi web e social network come aggregatore tematico, la sua funzione è di rendere più facile per gli utenti trovare messaggi su un tema o contenuto specifico.
La ricerca di un hashtag restituisce tutti i messaggi che sono stati etichettati con esso.

Quindi taggare parole generiche non serve assolutamente a nulla!

Consiglio #2: attenzione alla punteggiatura e agli spazi

Anche su LinkedIn gli hashtag possono contenere:

Attenzione a non inserire uno spazio tra le parole, in questo caso finiresti per spaccare l’hashtag. Allo stesso modo non devi mai usare virgole, apostrofi, trattino e punto esclamativo/interrogativo dentro all’hashtag.

Esempi di cosa puoi fare e di cosa non puoi fare:

Consiglio #3: al massimo 5 hashtag!

Anche se LinkedIn non limita in alcun modo il numero di hashtag che puoi inserire in un post o in un articolo, è sempre bene usare il buon senso. È improbabile che il tuo contenuto possa appartenere a oltre 5 argomenti diversi! Nel caso, valuta se non stai divagando troppo, anche perché se ne usi troppi l’algoritmo di LinkedIn potrebbe contrassegnare i tuoi contenuti come SPAM.

Consiglio #4: i tuoi post devono essere pubblici

Per far sì che i tuoi hashtag funzionino, è importante che i tuoi post siano pubblici. Questo sfugge a molti ed è fonte di totale malfunzionamento degli hashtag. Di solito chi ha un profilo business ha già di base impostato tutto su pubblico, in ogni caso una controllata di sicurezza non fa mai male.

Per controllare se i tuoi post sono pubblici o privati, ti basterà verificare ed eventualmente modificare le Impostazioni del profilo pubblico  e scegliere  Rendi il mio profilo pubblico visibile a tutti. In questo modo, il tuo hashtag potrà essere cercato da tutti i membri di LinkedIn (sono milioni!) e non più solo dalla tua rete LinkedIn personale.

Consiglio #5: usa le tre tipologie di hashtag

Personalmente suddivido gli hashtag in 3 tipologie:

  1. Personali (e unici).
  2. Di nicchia.
  3. Di massa.

Hashtag personali e unici

Ne abbiamo già parlato quando ti ho presentato quelli che uso per la mia Web Agency:

  • #667podcast, con tutte le puntata nuove del Podcast Marketing.
  • #667blog, con i nuovi articoli del Blog Marketing.
  • #667localmarketing, con le novità di marketing e vendita per le Attività Locali.
  • È una buona idea creare degli hashtag tuoi unici e personali per aggregare i tuoi contenuti e non entrare in competizione con altri. Infatti devi valutare che quando usi un hashtag di massa è vero che entri nel flusso di centinaia di post sull’argomento, ma sei anche in concorrenza con centinaia di persone e aziende come te.

    Hashtag di nicchia

    Su LinkedIn (e non solo), esistono decine se non centinaia di community molto di nicchia che potrebbero fare proprio al tuo caso. Parliamo di persone appassionate di uno specifico argomento, magari non sono numerose, ma sufficienti per pubblicizzare i tuoi servizi o i tuoi prodotti. Trova questi hashtag e usali nei tuoi post e articoli; ti consiglio di usare anche Instagram, Twitter e, in alcuni casi, Reddit per individuare questi hashtag o prendere ispirazione.

    Hashtag di massa

    Devi farne un uso davvero moderato, generalmente evita soprattutto con i post orientati a presentare i tuoi prodotti o i tuoi servizi. Come ti ho detto, da una parte questi hashtag ti permettono di entrare in grandi flussi, ma dall’altro ti mettono in concorrenza con tantissimi altri professionisti e aziende. Immagina: il tuo post vuole vendere un servizio di consulenza, ma usando un hashtag troppo generico, finisci per portare il tuo potenziale cliente sul post di un tuo concorrente e magari il tuo post lo hai anche sponsorizzato (pagando)! Dramma totale!

    Consiglio #6: usa la lingua del tuo potenziale cliente

    LinkedIn ha utenti in tutto il mondo. Qual è la lingua del tuo potenziale cliente? Se è francese, usa hashtag prevalentemente (o totalmente) in questa lingua. Allo stesso modo, ricorda che termini inglesi usati comunemente anche in Italia saranno comunque visti da chiunque parli quella lingua (con tutti i pro e i contro).

    Consiglio #7: usa gli hashtag suggeriti da LinkedIn

    Hai fatto caso che quando inizi a scrivere un post, LinkedIn ti suggerisce in modo del tutto automatico alcuni hashtag? Si tratta della sua Intelligenza Artificiale, tuttavia per ora non è poi così intelligente, quindi se da un lato ti consiglio di usare quegli hashtag, poiché generalmente attinenti con il tuo testo, dall’altra t’invito sempre a controllare con cura questa attinenza e anche se per caso non sono troppo generici e quindi meglio evitarli.

    Consiglio #8: segui anche tu qualche hashtag!

    Il motivo è semplice: ti aiuteranno a trovare nuove e utili idee. Individua quelli rilevanti per il tuo brand o per la tua attività di business. Seguili, in modo che quando c’è una novità di settore tu verrai subito a scoprirla, inoltre potrai più facilmente partecipare alle discussioni e farti conoscere e apprezzare come esperto.

    Per avere nuove idee sugli hashtag di LinkedIn, segui questo link: Hashtag su LinkedIn.

    Consiglio #9: scova i tuoi post di successo

    Se gestisci una pagina aziendale su LinkedIn, da non molto è stata inserito lo strumento Analisi che trovi nel menu in alto. Cliccando ottieni moltissime informazioni sui tuoi post per poterne analizzare il successo. Verifica, tra quelli che hanno funzionato meglio, che hashtag hai usato e riproponili ancora.

    Consiglio #10: usa gli hashtag per i tuoi eventi

    Quando creo o partecipo ad un evento e, ad esempio, mostro delle slide, suggerisco sempre un hashtag in modo che chi condivide lo utilizza e porta altre persone sui miei contenuti. Ti suggerisco di farlo anche tu sia per eventi dal vivo che in streaming.

    Consiglio #11: crea i tuoi hashtag aziendali e pubblicitari

    Riprendo ancora una volta il discorso già affrontato poc’anzi: inventa i tuoi hashtag aziendali e pubblicitari. Attenzione, però, essi devono essere unici in modo che quando qualcuno ci clicca escono solo ed esclusivamente i tuoi contenuti.

    Ecco cosa fare e cosa non fare:

    Consiglio #12: attenzione a fraintendimenti e “falsi amici”

    Un po’ di anni fa la brava Laura Pausini era su un palcoscenico in Spagna, il pubblico l’aveva accolta con grande calore ed entusiasmo e lei, che stava imparando lo spagnolo, disse, tutta emozionata:

    Estoy realmente embarazada

    il suo intento era di esprimere il suo imbarazzo e e la sua emozione, peccato che “embarazada” significasse “incinta” e il giorno dopo su tutti i giornali spagnoli venne pubblicata la notizia che Laura Pausini aspettasse un bambino!

    Le parole che in una lingua hanno un significato ma che suonano come perfettamente uguali ad un altro significato in un’altra lingua, prendono il nome di “falsi amici”.

    Ecco qualche esempio dell’inglese:

    Vuoi un esempio famoso?

    blackbarry rim job hashtag

    L’utilizzo fatto da Blackberry dell’hashtag #RIMjobs per pubblicizzare gli annunci di lavoro nell’ambito “Research in Motion” potrebbero aver dato luogo a qualche colloquio imbarazzante! Non sai cosa significhi “RIM jobs”? Allora sappi che dal dizionario urbano inglese si traduce letteralmente come: “L’atto di baciare e leccare il buco del culo di qualcuno“. La lezione? Visualizza il tuo potenziale hashtag da ogni possibile angolazione prima di considerarlo adatto alla pubblicazione.

    Consiglio #13: annota i tuoi hashtag

    Io uso un semplice file Excel in cui annoto gli hashtag che uso più spesso. Mi segno anche varie annotazioni come la popolarità e le performance. Puoi anche pensare di creare delle categorie ad hoc e suddividerli per gruppi speciali. Questa pratica, alla lunga, ti permetterà di risparmiare tempo e ottenere risultati migliori.

    Consiglio #14: ricordati di @citare (quando possibile)

    Non esistono solo gli hashtag per aumentare la portata dei tuoi post. Una buona idea è taggare qualcuno come un altro professionista o un’azienda. Per farlo devi far iniziare il nome con il simbolo della chiocciola, ad esempio: @MassimoPetrucci. Puoi anche pensare di taggare i tuoi dipendenti, se hanno contribuito a qualcosa che valga la pena segnalare: un nuovo prodotto, un nuovo servizio o un evento speciale.

    Taggare è anche una buona strategia per coinvolgere qualcuno che abbia molto seguito, tuttavia non esagerare e non rischiare di essere inopportuno. Valuta sempre con attenzione l’azione del tagging.

    Consiglio #15: non dare per scontate le abbreviazioni

    Non è detto che tutti debbano essere a conoscenza del significato delle abbreviazioni, perfino quelle più comuni, come ad esempio:

    Ci aggiorniamo #ASAP

    Sai cosa vuol dire ASAP? È l’acronimo dell’espressione inglese “as soon as possible” ovvero “appena possibile”.

    E se ti scrivessi:

    te lo dico solo #FYI

    FYI sta per “for your information” ovvero “per tua informazione”. È brutto quando ti trovi di fronte ad un’abbreviazione o a un acronimo che ignori totalmente. Quindi, nel possibile evitale sempre, a meno che il tuo target non sia molto specifico e le tue abbreviazioni perfettamente comprensibili da quella popolazione.

    LinkedIn: statistiche veloci (e un dato che non ti aspetti)

    Giusto per avere un po’ meglio il polso della situazione, sappi che:

    Te lo aspettavi?

    Ti è piaciuto? Ti è stato utile?

    Condividi sui tuoi social preferiti :-)

    Se questo articolo è stato di tuoi gradimento, che ne dici di condividerlo sui tuoi social preferiti? Magari proprio su LinkedIn! Sarebbe veramente fantastico, un feedback positivo per il mio lavoro. Taggami! Così passo a salutare. 🙂

    Fonte: per questo articolo ho preso spunto anche dal blog di hootsuite.com e dalla documentazione di LinkedIn.com

    Lascia un commento