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Niente, i tuoi contenuti non se li fila nessuno. Eppure hai fatto il corso con il Super-Guru del Copywriting che si è preso 1000 euro al mese per insegnarti le sue arti segrete per “attrarre” clienti, hai perfino applicato le 7 Regole Ipnotiche della Scrittura Persuasiva che dicevano ti avrebbero messo in mano un bazooka con il quale avresti sterminato la concorrenza come soldatini di cartapesta… Niente, i tuoi contenuti non attirano neanche le mosche!

Sai perché? Vuoi la verità? Non è questione di Copywriting o persuasione, è che sei dannatamente, maledettamente, scontatamente noioso!

Che il tuo blog abbia un tema grafico pazzesco, che sia mobile friendly, seo oriented, che usi tutte le tattiche del copywriting o che sia pronto per essere letto anche su Marte,

la verità è che nessuno ha tempo e voglia di annoiarsi!

SOMMARIO

Chiediti…

1. Perché qualcuno dovrebbe leggere i miei articoli quando sul web ne può trovare centinaia di altri che riportano lo stesso contenuto?

2. Perché qualcuno dovrebbe condividere ciò che ho pubblicato se gli do lo stesso brivido di una mattonella bianca tra le mattonelle bianche di un pavimento… tutto bianco?

Così arriviamo alla seconda verità:

Spesso i contenuti sono così noiosi perché la maggior parte della gente ha paura di fare qualcosa che vada un metro oltre la zona di comfort.

Questo ti porta a fare cose altamente scontate:

Tutto questo fa sì che il tuo stile – o il copywriting utilizzato – sia uguale a quello di tutti, finisci per produrre contenuti uguali a quelli di tutti gli altri e alla fine scivoli sempre più velocemente nella produzione di cose altamente, maledettamente, noiose.

I bambini insegnano il pensiero creativo

Eccolo lì il tuo nipotino che viene e ti porta questo bel disegno e ti chiede di indovinare cosa sia:

pensiero creativo cappello (Piccolo Principe)
Indovina cos’è!

Se anche tu sei come l’oltre il 90% delle persone, allora probabilmente avrai risposto che si tratta di un cappello e magari ti sei anche complimentato con il tuo nipotino perché è stato davvero bravo a disegnarlo.

Tuttavia tuo nipote non sembra essere contento, anzi è piuttosto deluso dalla tua risposta.

Ti dice che no, proprio no, quello non è un cappello ma si tratta di un serpente!

Resti basito e ribatti che i serpenti non hanno la gobba!

Ma il nipotino, sempre più indignato, ti risponde che non si tratta di nessuna gobba… ha solo mangiato un elefante!

Copywriting e pensiero creativo

I bambini sono tra gli esseri meno noiosi al mondo, il motivo è che riescono a trovare modi creativi per usare gli oggetti, immaginando situazioni e opportunità laddove noi adulti ci fermiamo.

Prendi spunto da questo nipotino creativo e inizia a vedere anche tu le cose da un punto di vista diverso, a descriverle in modo alternativo, magari insolito, proponendo un aspetto di cui mai si era parlato prima o comunque non in quel modo.

Spesso non è questione di essere più bravi di qualcun altro, basta semplicemente essere diversi per attirare l’attenzione.

Chi sei? Sono un bambino

I bambini ci insegnano un’altra cosa molto importante: hai mai provato a chiedere ad un bimbo: “Chi sei?” vedrai che nella maggior parte dei casi ti risponderà con qualcosa del tipo: “Sono un bambino“.

I bambini non hanno paura di dire la verità per quella che è.

Impara a dire la verità su chi sei, esci dal ciclo della scrittura politicamente corretta, del copywriting scontato, del “copia&incolla”, del solito modo in cui appari come un super eroe mai stanco, mai fallace, sempre in tiro perché così facendo sei prevedibile, sei noioso!

Come diceva Tolstoj:

La felicità è un’immagine, l’infelicità è una storia.

Questo non vuol dire che devi raccontare cose tristi, vuol dire che se viene fuori una debolezza essa può diventare un elemento potenziante se ben raccontata. Può far venire fuori il tuo lato umano, creare empatia, relazione emotiva, puoi provare a raccontare qualcosa di te facendo capire, ad esempio, quando hai commesso un errore e come hai risolto il problema.

Scrivi con il tuo tono, il tuo stile, la tua voce onesta e non avere paura di farlo. È così che non solo smetti di essere noioso, ma diventi reale e di conseguenza interessante! Le tecniche di copywriting vengono un istante dopo ad arricchire tutto ciò e a renderlo ancora più efficace.

Paolo Borsellino era diretto e senza paure:

“Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene.”

Groucho Marx era irriverente e ironico:

“Trovo la televisione molto educativa: appena qualcuno l'accende vado in un'altra stanza a leggere un libro.”

Napoleone ero pieno di sé:

“Signore dai forza al mio nemico e fallo vivere a lungo, affinché possa assistere al mio trionfo.” 

Smettila di essere noioso!

Quello che stai per scrivere nel 95% dei casi è già stato scritto da qualcun altro, allora come la mettiamo? Per questo non puoi permetterti di scriverlo come hanno fatto già gli altri, devi metterci qualcosa di tuo, di personale, di particolare, che desti curiosità nel lettore.

99 modi di raccontare la stessa cosa

In “Esercizi di stile” Raymond Queneau racconta in 99 modi diversi ovvero con 99 stili letterari diversi la stessa storia. In ciascun racconto, il protagonista prende l’autobus, assiste ad un litigio fra un uomo e un altro passeggero, e poi vede la stessa persona due ore dopo alla Gare Saint-Lazare. Questo è tutto, se non lo hai mai letto ti consiglio di farlo perché è davvero istruttivo.

Ecco qualche esempio.

Il fatto così come lo potrebbe raccontare chiunque:

Sulla S, in un’ora di traffico. Un tipo di circa ventisei anni, cappello floscio con una cordicella al posto del nastro, collo troppo lungo, come se glielo avessero tirato. La gente scende. Il tizio in questione si arrabbia con un vicino.
Gli rimprovera di spingerlo ogni volta che passa qualcuno. Tono lamentoso, con pretese di cattiveria. Non appena vede un posto libero, vi si butta. Due ore più tardi lo incontro alla Cour de Rome, davanti alla Gare Saint-Lazare.
È con un amico che gli dice: «Dovresti far mettere un bottone in più al soprabito». Gli fa vedere dove (alla sciancratura) e perché.

Metaforicamente:

Nel cuore del giorno, gettato in un mucchio di sardine passeggere d’un coleottero dalla grossa corazza biancastra, un pollastro dal gran collo spiumato, di colpo arringò la più placida di quelle, e il suo linguaggio si librò nell’aria, umido di protesta. Poi, attirato da un vuoto, il volatile vi si precipitò. In un triste deserto urbano lo rividi il giorno stesso, che si faceva smoccicar l’arroganza da un qualunque bottone.

Come se fosse un sogno:

Mi pareva che tutto intorno fosse brumoso e biancastro tra presenze multiple e indistinte, tra le quali si stagliava tuttavia abbastanza netta la figura di un uomo giovane, il cui collo troppo lungo sembrava manifestarne da solo il carattere vile e astioso. Il nastro del suo cappello era sostituito da una cordicella intrecciata. Poco dopo ecco che discuteva con un individuo che intravedevo in modo impreciso e poi - come colto da súbita paura - si gettava nell’ombra di un corridoio.
 Un altro momento del sogno me lo mostra mentre procede in pieno sole davanti alla Gare Saint-Lazare. P, con un amico che gli dice: «Dovresti fare aggiungere un bottone al tuo soprabito». A questo punto mi sono svegliato.

In che modo puoi raccontare la tua “storia”?

Il mio consiglio è semplice: scrivi la tua “storia”, ad esempio il tuo post, dopo di che prova a riscriverlo utilizzando uno stile diverso:

Questi sono solo tre esempi, tu cerca il tuo stile, il tuo tono, la tua voce e fai in modo che questo mix ti renda singolare, diverso da tutti gli altri, in modo che tu possa essere riconoscibile anche se non “firmi” il tuo post.

Solo così smetti di annoiare il tuo pubblico e inizi a trattenere le persone sulla tua comunicazione, qualunque essa sia.


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