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Il titolo è il primo “gancio” che serve a catturare l’attenzione. Che sia di un libro, un ebook o di un articolo, esso è fondamentale per attrarre il lettore e portarlo sulla tua comunicazione. Questi 30 modi sono validi anche per scrivere oggetti email eccezionali!

Sensazionale: questo articolo è tanto lungo quanto straordinario! Se ti occupi di copywriting o vuoi sapere come scrivere in modo efficace, devi assolutamente leggerlo tutto.

Prima che Joe Vitale prendesse una deriva newage e iniziasse a parlare di Legge dell’Attrazione e strani fenomeni paranormali che ti portano alla ricchezza, comprendendo – buon per lui – che i soldi si fanno con gli stolti che vogliono diventare ricchi in 21 giorni, Joe Vitale è stato a mio avviso uno dei migliori copywriter. Questo articolo prende spunto da uno dei suoi migliori libri: “La scrittura ipnotica”.

SOMMARIO

Noi non siamo gli americani

E ora veniamo a noi, ho preso i suoi suggerimenti e li ho declinati nella nostra realtà italiana perché ricorda sempre una cosa fondamentale: la nostra cultura e atteggiamento mentale sono molto diversi dalla cultura e dall’atteggiamento mentale degli americani.

Questi ultimi sono sempre super entusiasti nelle loro comunicazioni e, cosa diversa da noi, essi prima si fidano e poi giudicano, mentre noi italiani per prima cosa siamo diffidenti e poi forse iniziamo a fidarci.


Vuoi ascoltare o leggere?

A questo punto puoi decidere se ascoltare in maniera molto approfondita questo argomento grazie alla puntata del podcast marketing ad esso dedicato oppure puoi saltare direttamente alla lettura di questo stesso articolo in cui sintetizzo i 30 modi per scrivere un titolo ipnotico.


Ascolta “[Copywriting] – 30 modi per scrivere un titolo ipnotico che seduca il tuo lettore” su Spreaker.


30 modi per scrivere un titolo ipnotico


1. Finalmente! Clamoroso! Una grande novità!

Soprattutto “Novità!”, le persone amano le cose nuove, le cose che accadono ora, infatti puoi potenziare queste aperture con “oggi” oppure “adesso”:

Clamoroso: proprio adesso abbiamo lanciato una grande novità!

Senti come suona affascinante? Nelle mie Campagne su Facebook o Google mi capita di usare abbastanza spesso questa apertura, ad esempio ecco l’annuncio relativo al mio nuovo canale di marketing su Telegram dove ogni giorno pubblico, insieme al mitico Giuseppe Franco, un contenuto inedito sul marketing e la comunicazione efficace:

Canale Telegram dedicato al Marketing e alla Comunicazione efficace

2. Chiama a raccolta il tuo pubblico

Iniziare con una domanda che seleziona una categoria o un target è il modo migliore per chiamare a raccolta il tuo pubblico. Funziona sempre, che sia un oggetto di una email, un titolo o un annuncio su Facebook. Un approccio di questo tipo è sempre funzionale ed ha il vantaggio che ti permette di selezionare all’istante il target chiave.


3. Prometti un beneficio

Ricorda un concetto fondamentale: il cervello rettile è quello che decide e questo cervello è un cervello che ha bisogno di semplicità e concretezza. Per questo motivo, tra le prossime due affermazioni, secondo te quale funziona meglio:

La seconda funziona meglio e il motivo è che esprime un tempo concreto. Inoltre ricorda un altro aspetto importante: punta sul beneficio e non sulla caratteristica. La prima frase di apertura non ti dice come guarirai dal mal di testa, ti promette solo che c’è una cura efficace in 5 minuti.

Il caffè decaffeinato è una caratteristica, dire che lo puoi gustare anche di sera e dormire comunque sogni sereni è il beneficio. Vendi sempre il rimedio e non la prevenzione, punta, nella tua comunicazione, su ciò che otterrà la persona grazie al tuo prodotto o servizio, al beneficio.


4. Crea una notizia

Fai in modo che la tua comunicazione abbia lo stile di una notizia in stile ANSA:

La gente ama scoprire e condividere nuove notizie, tutto ciò che è nuovo o che viene percepito come una novità, incuriosisce e attrae, in altre parole: ipnotizza!


5. Offri un omaggio

Concetto evergreen e quasi banale: il gratis attrae. Se è gratis la gente lo vuole anche se poi non gli serve. Fai caso alle fiere quante inutili brochure, penne e gadget si prendono solo perché sono gratis?

Allora perché non sfruttare questa cosa per attirare l’attenzione dei tuoi lettori e magari distribuire i tuoi contenuti?


6. Fai una domanda intrigante

Prendi quest’ultima domanda, nei miei corsi mi diverto molto ad usarla perché ha in sé diversi concetti importanti. Prima di tutto ti dico che le domande sono importanti perché sono l’unico modo che hai per coinvolgere nella tua comunicazione il lettore. Inoltre devi fare attenzione che alla tua domanda non si possa rispondere con un semplice e frettoloso sì oppure no che chiuderebbero la faccenda.

Ecco quindi che torniamo al nostro “uovo sodo” perché è proprio una domanda pericolosa, soprattutto in questa forma:

Che tu lo sappia fare davvero o credi solo di saperlo fare, potresti rispondere con un sì e chiudere la questione. Il bravo copywriter deve invece instillare un dubbio nella tua mente e cercare, anche in una situazione difficile e priva di appigli come questa, di riuscire a trattenerti qualche secondo in più. Io lo faccio usando una parola “potenziante”, una tecnica di cui ne parlo abbondantemente nel mio libro Copywriting Quantistico (vedi ganci quantici), questa parola è “davvero”:

Puoi sempre rispondere con un sì, ma questa volta ci pensi un attimo in più perché quel “davvero” ti spinge ad una riflessione: “Cosa sa questo tizio che io non so?”. Posso anche sfidarti (altra tecnica che vedremo in questo articolo) e spingerti nella mia comunicazione:

La noti la potenza di questa semplice comunicazione?

Nel mio libro Copywriting Quantistico ti svelo le tecniche più potenti per creare comunicazioni di questo tipo.


7. Usa una testimonianza autorevole

Immagina di rivolgerti agli appassionati di auto sportive e di uscire con un titolo del genere:

Questo titolo ha due elementi ipnotici:

  1. Un nome autorevole: Hamilton, chi è appassionato di automobilismo conosce sicuramente il pluripremiato campione della Mercedes.
  2. Un elemento “cieco”: questa è l’auto. La parola “questa” è cieca perché indica qualcosa ma non svela cosa, per scoprire qual è la marca ed il modello dell’auto sportiva devi per forza continuare a leggere oppure cliccare sull’annuncio o, ancora, se è un oggetto, aprire l’email.

8. Crea un titolo “istruttivo”

Questi sono titoli che funzionano sempre e in contesti diversi: oggetti di email, ebook, video, nomi di corsi, titoli per articoli di un blog ed altro ancora. Il motivo è che la gente e affamata di sapere, soprattutto se queste informazioni permettono loro di fare cose in maniera più semplice e veloce.

Ecco quindi che titoli come questi risultano particolarmente attrattivi:


9. Sfida il tuo lettore

Come dice il mio amico Giuseppe Franco, esperto di public speaking, evitare cose del genere dal vivo perché potresti ottenere una chiusura a riccio del tuo pubblico, ma online, nascosti dall’anonimato è tutta un’altra cosa! La gente ama i quiz, i test ed ama mettersi alla prova (se nessuno vede!). Chiaramente tutto questo deve avere qualcosa a che fare con ciò che vendi, altrimenti non avrebbe alcun senso sfidare il tuo lettore.

Lo scopo è coinvolgere emotivamente il tuo lettore, portarlo nella tua comunicazione, dimostrargli che ha qualcosa da apprendere o da colmare e poi proporgli la tua soluzione.


10. Usa parole cieche

Lo hai visto in diversi esempi che ho già scritto in quest’articolo, ci sono parola cosiddette “cieche” che proprio per questo spingono il lettore a voler scoprire cosa c’è dietro:

Anche la parola “perché” funziona allo stesso modo:

Questo tipo di approccio spinge quasi tutti i lettori a volerne sapere di più, eccone una prova, nota la differenza tra queste due versioni:

Noti la differenza tra il primo titolo e gli altri due? Il primo crea una stasi, non spinge a saperne di più, gli altri due tendono più facilmente a volerne sapere di più: il secondo spinge a chiedersi: “Ok, vediamo perché!”, il terzo ti esorta a chiederti: “quale corso? vediamo…”


11. Fai in modo che tu ci sia (io, me)

Lo storytelling, soprattutto quello in cui ci sei proprio tu che racconti, è molto potente. Quando racconti una storia che non è una storia qualunque ma è la tua storia, in cui c’è però un insegnamento utile per me che leggo, allora diventa uno strumento potente, attrattivo e ipnotico.

Quando anni fa ho iniziato a parlare di neuromarketing e copywriting quantistico, la gente rideva. Oggi invece viene ai miei corsi pagando migliaia di euro! Il segreto? Ho finalmente compreso in che modo le persone…

Questo il contenuto, il titolo? Potrebbe essere questo:

I titoli in prima persona funzionano se creano abbastanza curiosità e, soprattutto, fanno intravedere un beneficio per chi legge. Quindi pensa sempre al contesto e al target al quale ti stai rivolgendo.


12. Metti un nome nel titolo

Questi titoli funzionano sia che tu conosca la persona citata sia che tu non la conosca, il motivo è sottile. Prima di tutto il titolo deve contenere qualcosa di utile per il lettore, un argomento di cui vuole saperne di più. Nel primo caso ci rivolgiamo a chi vuole parlare in pubblico, nel secondo a chi vuole imparare il copywriting e nel terzo a chi vuole sviluppare in modo efficace il proprio personal branding.

Se chi scrive ha un minimo di autorità, allora il fatto che proponga quel nome da importanza a quello stesso nome pertanto se il lettore non conosce la persona “sente” che probabilmente dovrebbe saperne di più sia sul metodo proposto che sulla persona stessa. Quindi ha due motivi per continuare a leggere, cliccare e saperne di più.


13. Usa la parola “Cerchiamo”

Questa cosa è curiosa eppure in certi contesti ti assicuro che funziona davvero. È una tecnica un po’ abusata soprattutto negli anni passati, anche quando internet nemmeno c’era, parlo degli anni ’80 in molte comunicazioni di direct marketing e soprattutto nella ricerca di personale.

Tuttavia puoi usare la parola “Cerchiamo” in maniera creativa:

Prendi l’ultima frase, giusto per fare un esempio, se ti piacciono le borse allora non resisterai, ti chiederai: “in che senso? Che forse abbiano delle borse speciali?” ecco sei “dentro” sei preso, sei stato sedotto e vuoi andare avanti per saperne di più.


14. Fai la… rivoluzione!

A meno che non stai facendo politica e non vuoi davvero aizzare le persone a tagliare teste e bruciare ponti, allora sentiti libero di… fare la rivoluzione!

Il concetto di rivoluzione ha a che fare con il nuovo che avanza e il vecchio che lascia il passo inesorabilmente.

È il nuovo che entra di forza e che fa notizia:


15. Usa le maiuscole (senza abusare)

Sul web SCRIVERE TUTTO IN MAIUSCOLO equivale ad URLARE! Quindi fai attenzione, non abusarne. Anche l’uso delle Maiuscole di Alcune Parole nella Frase, come sto facendo ora io, Se si Abusa rende la comunicazione stucchevole. Non credere a chi ti dice che devi dimenticare come si scrive in italiano per scrivere in modalità copywriting, devi invece usare il buon senso e la giusta misura.

Quindi va bene mettere una PAROLA tutta in maiuscolo nel testo per dare enfasi a un concetto particolare, come usare una maiuscola iniziale se questa può Aiutare ad attirare meglio l’attenzione su quella parola. Tuttavia se ogni parola inizia con una maiuscola (Come Ho Visto Fare Ad Improvvisati Copywriter) allora puoi star certo che non ti servirà a nulla.


16. Quanto deve essere lungo un titolo?

Non c’è una regola aurea e sempre valida. Anche qui vale il buon senso ovvero il titolo deve essere tutto leggibile a colpo d’occhio, ogni parola deve avere un senso (minima quantità efficace) e non deve subire tagli.

Quindi se stai scrivendo un oggetto oppure un titolo che poi diventerà uno snippet di Google, allora devi fare attenzione perché se troppo lungo potrebbe essere tagliato e subire un grave danno comunicativo.

Ad esempio Google visualizza in genere i primi 50-60 caratteri di un titolo, stessa cosa per l’oggetto di una email. Tutt’altra cosa se stai scrivendo un titolo per un annuncio pubblicitario su Facebook oppure per un ebook.


17. Specifica l’offerta (subito!)

Quello che noto spesso nella comunicazione delle aziende è che mettono i concetti importanti alla fine. Iniziano con lunghe introduzioni, parole su parole, concetti su concetti e poi, solo alla fine ti mettono la… ciccia!

Metti la ciccia all’inizio e, soprattutto, mettila nel titolo:


18. Chi altro?

Sono sicuro che ricorderai questa pubblicità della Nespresso:

Cos’altro? Dice lo slogan. Io ti aggiungo un concetto per certi versi ancora più potente ovvero “Chi altro?”

“Chi altro” lascia intendere che qualcun altro ha già ottenuto quella tale cosa ed attiva il BIAS del cosiddetto “Consenso Sociale” che ci tranquillizza: se qualcun altro lo ha già fatto, allora posso farlo anche io.


19. Hai una garanzia? Dillo subito!

Come per il punto n.17 relativo all’offerta, che devi mettere subito in campo, lo stesso discorso vale per la garanzia: se ne hai una forte, mettila subito in evidenza.


20. Riconosci un punto debole

Questa cosa è difficile, lo ammetto. Tuttavia, se trovi la chiave per poterlo fare, potresti venire fuori con una comunicazione attraente, diversa e potente.

Ti porto un esempio storico:

Pubblicità della Avis (noleggio auto)

Il titolo dice: “Avis è solo la n.2 nel noleggio auto. Allora perché scegliere noi?”, come vedi punta su una debolezza, dice palesemente di non essere i leader del mercato, ma poi ne fa un punto di forza.

In primo luogo la domanda ti aggancia e ti spinge a volerne sapere di più, come ti ho detto le domande sono uno strumento potente. È intrigante, in qualche modo sfidante e dopo che ti ha preso, ti fa un lungo elenco di cose che Avis non può permettersi di fare, lasciando intendere che la leader del mercato, proprio perché ormai è prima e quindi ha abbassato la guardia, in qualche modo si concede il lusso di fare. Ti porto qualche esempio direttamente dal testo:

Non possiamo permetterci i portacenere sporchi. O serbatoi della benzina semivuoti. O tergicristalli consumati. O macchine non lavate. O pneumatici sgonfi. […] Vieni con noi la prossima volta. Le file al nostro banco sono più brevi.


21. Focalizzati sugli aspetti positivi

È vero che la paura è una leva importante, ma non dimenticare mai che la gente acquista speranze e sogni. Quindi più che dire “con noi perdi peso” fai immaginare una salute migliore oppure, ancora meglio, fai immaginare come si sentirà una volta indossato quel fantastico vestito!

Invece di dire: “Basta con i denti gialli!”, punta su “Ecco come avere denti bianchi e brillanti!”


22. Metti in guardia

La paura non è l’unica leva, ma è pur sempre una leva! Quindi se non hai altri assi nella manica, sfodera pure qualcosa del genere:

Come vedi ho sfruttato non solo la messa in guardia, ma anche tutta una serie di elementi ciechi per rendere più ipnotica e seducente la comunicazione.


23. Umorismo sì o no?

C’è un vecchio adagio che dice: “La gente non acquista dai clown!”, quindi battute ironiche, video divertenti fanno un sacco di visualizzazioni, like e condivisioni ma non ti fanno vendere di più. Ancora una volta ti esorto al buon senso e alla giusta misura.

Non hai bisogno di centomila persone che ridono, ma di mille persone che comprano.


24. Semplifica la vita o il lavoro

È risaputo, tutti noi siamo alla ricerca di una soluzione, un metodo o una formula che ci faccia guadagnare tempo, risparmiare soldi, che ci renda più facile la vita oppure il lavoro. Se il tuo prodotto o servizio può fare qualcosa del genere (e, credimi, c’è sempre un aspetto del genere), allora dillo subito!


25. Niente è meglio di nero su bianco!

I grafici amano soluzioni particolari, combinazioni coraggiose, sfondi e caratteri invertiti. Tuttavia niente comunica meglio del vecchio caro carattere nero su sfondo bianco. Ora non voglio assolutamente appiattire la tua creatività, ma ricorda che meno è sempre meglio di più quando parliamo di comunicazione. Fai in modo che l’occhio non si sforzi e che la grafica sia a supporto della comunicazione e non la protagonista. Questo suggerimento ha poco a che fare con il copywriting ma è comunque importante perché se il vostro testo è ben scritto ma la vostra grafica non aiuta la lettura, avete buttato tempo e soldi.


26. Enfatizza il beneficio

Una volta che hai deciso di mettere in primo piano il beneficio del tuo prodotto o servizio, valuta se puoi enfatizzarlo con una frase ad effetto.

Se vendi cuscini o materassi che facilitano il buon sonno, ecco cosa potresti scrivere:

Fai in modo che la tua comunicazione si faccia notare, che sia diversa dalle solite cose sentite o lette. Prova ad osare!


27. I 29 cliché di Ogilvy

In Confessioni di un pubblicitario, David Ogilvy – uno dei più grandi pubblicitari di tutti i temi – propone quelli che chiama i cliché collaudati ovvero parole che hanno sempre il potere di attrarre l’attenzione. A mio avviso alcune di esse sono state abusate, altre invece sono ancora tutte da scoprire oppure sono da usare in modo nuovo e creativo. Il concetto chiave di Ogilvy è che queste sono parole potenzianti, parole che puoi inserire all’interno dei tuoi titoli per dare maggiore forza e maggiore attrattiva.

Ecco i 29 cliché collaudati di David Ogilvy:

GratisRivoluzionario
NuovoSorprendente
ComeMiracolo
Tutt’a un trattoMagico
AdessoOfferta
InnovativoVeloce
PresentaSemplice
AbbiamoCerchiamo
Appena arrivatoSfida
Sviluppo importanteConsiglio a
MiglioramentoLa verità su
IncredibileVantaggioso
ConfrontateAffrettatevi
SensazionaleL’ultima occasione
Straordinario

28. Rivela un beneficio nascosto

Questo è un passaggio di copywriting molto sofisticato, lo spiego molto bene nella puntata del podcast marketing dedicato a questo articolo.

Leggi questo titolo:

Il cliente ideale di questa comunicazione è chi desidera parlare in pubblico con successo. Il beneficio immediato è ricevere un applauso entusiastico ogni volta che si parla in pubblico. Quello “nascosto”, che potenzia il titolo e spinge con maggiore forza a saperne di più, è la standing ovation ovvero il lettore si chiede qualcosa del tipo: “quali sono questi casi in cui posso avere addirittura una standing ovation?”


29. Fornisci un numero preciso di ragioni

L’ho detto tante volte e lo ripeto: il cervello rettile è il cervello che decide ed è sensibile alla concretezza. Per questo ama titoli di questo tipo:

Le persone amano scoprire le ragioni, le motivazioni nascoste dietro le cose. È un coinvolgimento emotivo che spinge senz’altro all’azione.


30. Illustra il prima e il dopo

“Prima e dopo” è un concetto affascinante perché presuppone un percorso che porta al successo. Nelle diete funziona sempre: ti mostrano un ciccione e poi un tale bello asciutto e sorridente. Il “prima e dopo” è il modo spesso migliore per spiegare che il tuo prodotto o servizio è la soluzione migliore perché racconta il cosiddetto viaggio che non è detto che debba essere spiegato per filo e per segno perché se mostri il prima e poi il dopo, tutto il resto lo immaginerà il lettore.


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Dai un’occhiata a questi due:


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