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Sicuro che il tuo blog sia realmente uno strumento di vendita? In questo articolo ti mostro come trasformare il tuo blog in un vero e proprio strumento “venditore online”.

Se ti va, puoi ascoltare, sullo stesso argomento, anche questa approfondita puntata del Podcast Marketing:

Ascolta “18> Come usare il Blog per Vendere di più (ottenendo più contatti e clienti)” su Spreaker.

La maggior parte delle aziende che ha un blog non percepisce la potenzialità di questo strumento a tal punto da “collezionare” articoli su articoli senza alcuna strategia. Molte altre, invece, ancora non lo hanno. Eppure se sei un’azienda e ancor più un professionista non puoi pensare di non averlo; il blog è un posto fondamentale per raccontare quello che fai e soprattutto per dimostrare la tua competenza.

Se ad esempio scrivo un articolo che ti racconta come creare una campagna Fb o su come inserire il pixel di monitoraggio, non ti sto soltanto raccontando qualcosa di utile ma ti sto dimostrando di essere un professionista di questo settore.

Il blog ti permette di creare il cosiddetto Pre-Frame ovvero ti offre la possibilità di far percepire il tuo valore agli utenti.

I 4 errori più comuni commessi dalle aziende in fatto di blog:

  1. Pensano sia una perdita di tempo: si tratta dell’errore più comune, la maggior parte delle aziende dice di non avere tempo, di non sapere cosa scrivere e soprattutto di non “credere” alla potenzialità del Blog. Tutto questo ci porta all’errore numero 2.
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  2. Non hanno un piano: quando le aziende decidono di aprire un blog non hanno un piano, ovvero scrivono articoli generici senza avere nessuna idea, nessuna strategia, nessuno scopo. Gli articoli di un blog dovrebbero invece intercettare le persone in qualsiasi fase del processo di acquisto, a partire dalla fase informativa a quella di confronto fino a quella di esigenza e successivo acquisto. Avere un piano è fondamentale e tra un po’ ti dirò come fare.
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  3. Acquistano Articoli solo per la SEO: sempre di più le aziende acquistano “pacchetti” di articoli in chiave SEO per essere primi nei motori di ricerca. Il concetto non è neppure sbagliato, tuttavia qual è la problematica di questi articoli? È che la maggior parte delle volte essi sono scritti male poiché risultano solo strapieni di parole chiave messe a caso allo scopo di aggirare l’algoritmo di Google che, tra l’altro è sempre più qualitativo e sempre meno quantitativo, vanificando di fatto questo inutile sforzo e perdita di soldi.
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    Supponiamo che i tuoi articoli scritti nel cosiddetto “copy SEO” riescano in qualche modo a posizionarsi in prima pagina; l’utente digita su Google la parola chiave di suo interesse, vede il titolo del tuo articolo, clicca, arriva sul tuo articolo, scritto male perché pensato solo per il motore di ricerca, e dopo pochi secondi va via. Soldi buttati.
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    Sai qual è un elemento importante per giudicare la qualità dei tuoi articoli? Il tempo di permanenza. Esso è un forte indicatore che decreta o meno quanto sia utile il tuo contenuto. Se il tempo di permanenza medio del tuo articolo è molto basso (pochi secondi), succede che, dopo un po’, Google si accorge che i tuoi articoli non sono in grado di soddisfare le esigenze di chi cerca e di conseguenza ti fa perdere posizione fino a farti scomparire dalla prima pagina.
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  4. Non inseriscono alcuna Call to Action alla fine dell’articolo: si tratta dell’errore più comune. Cosa dovrebbe fare un utente dopo aver letto il tuo articolo? Contattarti? Iscriversi alla tua newsletter? Scaricare un e-book? Se non gli dici cosa fare e come farlo, puoi star certo che il tuo utente se ne andrà dal tuo sito senza aver compiuto nessuna delle azioni da te previste.
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Un esempio:

Immagina di vendere macchine fotografiche ed immagina di pianificare gli articoli per le diverse fasi del ciclo di acquisto. Chi si trova nella fase di informazione non sa ancora cosa comprare, non sa ad esempio se comprare una reflex o una compatta; scrivere un articolo proprio per chi è alla ricerca di informazioni e chiarimenti, rappresenta il punto di partenza per fare avanzare il potenziale cliente nel tuo processo di vendita.

Immagina se arrivasse su un tuo articolo che dice “3 cose da sapere prima di comprare una reflex o una compatta”, legge l’articolo, capisce che la compatta è  la soluzione migliore per lui, ma non trovando un’azione da compiere (Call to Action) è molto probabile che continui il suo processo di acquisto tornando su Google ed effettuando una ricerca.

E se invece avesse trovato questo invito all’azione:

Cosa pensi che faccia questa persona? È chiaro che cliccherà sulla categoria di suo interesse, approderà su un tuo prossimo articolo in cui approfondisci il tema della compatta o della reflex e, di fatto, continua nel TUO processo di vendita.

Il prossimo articolo potrebbe chiamarsi ad esempio: “Tre cose da sapere prima di acquistare una reflex” (o una compatta). Alla fine di questo articolo la Call to Action potrebbe essere: “scarica il nostro e-book in cui abbiamo messo a confronto per te le 5 migliori reflex del mercato”, e in questo modo stai facendo anche Lead Generation ovvero hai acquisito una email di una persona intenzionata a comprare non una macchina fotografica qualsiasi ma proprio una reflex.

Come vedi il blog ti consente di agganciare il tuo potenziale cliente in ognuna delle fasi di acquisto e lo fa avanzare nel tuo processo di vendita.